Approfondiamo i punti chiave relativi all'allocazione del portafoglio in base all'età, tenendo conto di come le priorità finanziarie e la tolleranza al rischio cambiano nel tempo.
Regola del "100 meno l'età" e fondi con data obiettivo
Questi approcci sono punti di partenza utili, ma non esaustivi. La "regola del 100 meno l'età" suggerisce di sottrarre la propria età da 100 (o 110) per determinare la percentuale del portafoglio da allocare in azioni, con il resto investito in obbligazioni. I fondi di tipo "lifestrategy", invece, modificano gradualmente l'allocazione verso investimenti più conservativi (obbligazioni) man mano che ci si avvicina alla data di pensionamento. L'idea di fondo è che i giovani possono permettersi più rischio grazie a un orizzonte temporale più lungo per recuperare eventuali perdite.
Rischi nel contesto della vita
L'allocazione del portafoglio non dovrebbe basarsi unicamente sull'età, ma anche sulle circostanze personali e finanziarie. Ad esempio, una persona di 45 anni con figli e un mutuo potrebbe preferire un'allocazione più conservativa rispetto a una persona di 65 anni senza debiti. Considerare le passività e le spese correnti è essenziale per una strategia di investimento efficace.
20 anni
Sperimentazione e focus sulla carriera: In questa fase, è cruciale comprendere la propria tolleranza al rischio. Poiché gli importi investiti sono generalmente inferiori, eventuali errori hanno un impatto minore. Concentrarsi sulla crescita professionale e sull'aumento del reddito è prioritario, dato che il potenziale di risparmio supera di solito i rendimenti degli investimenti. È importante sviluppare buone abitudini di investimento, come versamenti regolari, che possono essere incrementati con la crescita del reddito.
30 anni
Pianificazione per eventi importanti: Questo decennio è spesso caratterizzato da spese significative come matrimoni, acquisto di case e figli. È consigliabile pianificare in anticipo e accantonare liquidità o strumenti equivalenti per questi obiettivi, soprattutto se si prevede di utilizzarli nel breve termine (due/tre anni). Un'alternativa è ridurre il rischio complessivo del portafoglio, anche se questa strategia può comportare implicazioni fiscali e richiede un monitoraggio più attivo.
40/50 anni
Protezione e riduzione del rischio: In questa fase, le spese sono spesso al culmine. È fondamentale proteggere il patrimonio attraverso un'adeguata copertura assicurativa e un fondo di emergenza più consistente (almeno un anno di spese). Ridurre la rischiosità del portafoglio, ad esempio passando da un'allocazione 70/30 (azioni/obbligazioni) a 60/70, può contribuire a preservare il capitale. Allo stesso tempo, grazie all'aumento dei guadagni, è possibile incrementare i contributi agli investimenti.
60 anni e oltre
Personalizzazione e flessibilità: L'allocazione del portafoglio in questa fase dipende fortemente dalle circostanze individuali, come obiettivi di successione, salute e stile di vita. Chi desidera lasciare un'eredità significativa potrebbe optare per un'allocazione più aggressiva, mentre chi ha problemi di salute o poche risorse dovrebbe preferire un approccio più conservativo. È essenziale valutare la propria capacità di sopportare eventuali perdite.
In conclusione, l'età è solo uno dei tanti fattori da considerare nell'allocazione del portafoglio. Tolleranza al rischio, reddito, spese e obiettivi personali sono altrettanto importanti. Evitare soluzioni standardizzate e adattare l'allocazione alla propria situazione specifica è fondamentale per raggiungere il successo finanziario.