Mega Cap, investimenti e zona griga

Mega Cap, investimenti e zona griga

Il mondo della finanza raramente si presenta in termini di bianco o nero; spesso ci troviamo ad operare in una zona grigia, dove le certezze sono poche e il futuro è incerto. Questo concetto è perfettamente esemplificato dalla situazione attuale dei grandi titoli tecnologici, le cosiddette "mega cap".


Concentrazione del mercato

La concentrazione di queste aziende è impressionante. Le cinque maggiori società (Nvidia, Apple, Microsoft, Amazon e Google) arrivano a rappresentare quasi il 30% dell'intero mercato. Le loro capitalizzazioni sono strabilianti: Apple, Nvidia e Microsoft valgono 3 trilioni di dollari ciascuna, mentre Google e Amazon superano i 2 trilioni. Per dare un'idea, queste cifre sono paragonabili al valore totale dei mercati azionari di molte nazioni sviluppate.


Argomentazioni a favore e contrarie

Questa straordinaria concentrazione di potere economico genera non poche preoccupazioni. Da un lato, c'è chi teme che un simile accentramento in poche mani sia un rischio, e che scommettere su queste aziende sia pericoloso. Si citano ad esempio massime come "gli alberi non crescono fino al cielo" e "il successo è spesso preludio al fallimento". Dall'altro lato, c'è chi sostiene che sia insensato mettersi contro le aziende più grandi e performanti che il mondo abbia mai visto.


Valutazioni elevate e aspettative

Le valutazioni dei titoli "Mag 7" (i grandi titoli tecnologici) sono elevate, ma queste aziende continuano a crescere, alimentando così l'aumento dei prezzi. Il rischio principale è che, una volta che le aspettative saranno diventate troppo alte, queste aziende non riusciranno più a soddisfarle.


Spesa in Intelligenza Artificiale (AI)

Un fattore chiave in questo scenario è l'enorme quantità di investimenti nell'intelligenza artificiale. Le aziende "Mag 7" stanno spendendo ingenti somme in data center Nvidia, con l'obiettivo di cavalcare l'onda dell'AI. Questi investimenti ricordano, in termini di quota di mercato, i grandi investimenti fatti da IBM negli anni '60 e da aziende Internet durante la bolla dot-com. La speranza è che gli investimenti in AI portino rapidamente all'adozione di nuove tecnologie da parte di aziende e consumatori.


Paragone con le bolle storiche

Tuttavia, esistono dei rischi. Le aspettative potrebbero essere troppo alte, e gli investimenti in AI potrebbero richiedere più tempo del previsto per generare risultati. Il paragone con il passato è illuminante. Sia il crollo delle "Nifty Fifty" negli anni '60 e '70, sia la bolla dot-com degli anni '90, sono stati causati da aspettative eccessive e hanno portato a crolli di mercato. Nonostante ciò, sul lungo periodo, molti dei titoli coinvolti si sono rivelati ottimi investimenti.


Incertezza e zona grigia: la soluzione

Di fronte a questa situazione, cosa dovrebbe fare un investitore? Ci sono due posizioni opposte:

  • Uscire subito dai titoli mega-cap tecnologici, perché sono sopravvalutati.
  • Investire tutto in questi titoli, perché sono destinati a diventare ancora più forti grazie all'intelligenza artificiale.

Essendo impossibile prevedere il futuro, la scelta più sensata consiste nel seguire una strategia più equilibrata. La soluzione è investire in fondi indicizzati e diversificare il portafoglio. I fondi indicizzati permettono di puntare sui vincitori senza doverli scegliere in anticipo, mentre la diversificazione consente di beneficiare anche di quei vincitori inaspettati che spesso emergono da settori diversi da quelli tecnologici. In altre parole,è preferibile muoversi nella "zona grigia" invece di adottare una posizione estrema.